lørdag 28. juni 2008

TRASLOCO

Se c'è una parola della quale conosco bene il significato è questa: TRASLOCO.
Ho vissuto in quattro nazioni diverse (tenendo ovviamente conto dell'Italia) e per svariate ragioni mi son sempre trovata a dovermi spostare da un domicilio all'altro.
Ora sono a Bergen, (Norvegia) nel mini appartamento dove ho passato quasi tre anni della mia vita (un record se togliamo la casa dove son cresciuta coi miei genitori).
Me ne sto andando.
Di nuovo.
Basta.
Torno a casa, a Milano.
Italia; Dopo quasi cinque anni e mezzo in Scandinavia.
Non mi interessa spiegare i motivi del mio ritorno, son cazzi miei. Punto.

Ricomincia il solito "tran-tran": seleziona, screma, butta, tieni, ripensaci e butta, lava, manda, disdici, avvisa eporcoddio.
Dovrebbe essere oramai una routine, e sotto un certo punto di vista lo è: son diventata abile nel ricordarmi tutti i vari obblighi da espletare prima di scappare da un posto.
O forse son solo diventata più deficiente con l'età. Anche questa non suona male come ipotesi.
In fondo le volte che ho effettuato un trasloco alla CDC (cazzo-di-cane) non ne ho mai pagato le conseguenze, mentre stavolta il carico di stress in certi momenti riesce a pressarmi la mente con la stessa violenza usata da un medico che fa una mammografìa.
Lo stress è sadico. Io no. Altrimenti potrebbe pure piacermi.
Ci son persone che vivono carburate dallo stress.
Io no.
Quindi ancora una volta: cazzi loro.
Ho fatto la maestra d'asilo e vissuto nello stesso posto per gli ultimi due anni e mezzo.
Quindi la quantità di scartoffie, feticci e "gadgets" accumulatasi in questo periodo è abnorme nonchè agghiacciante.
Una massa informe, un blob che cresce a vista d'occhio. Soprattutto mentre tenti di tagliarlo a pezzettini e ridurlo a un piccolo accenno di materia plasmabile, facilmente impaccabile e spedibile a prezzo modico dall'ufficio postale più vicino.
Unica consolazione: sono spietata. Non tengo nulla di futile, nel dubbio butto anche l'utile.
I ricordi che voglio tenere resteranno comunque per sempre nella testa.
Almeno fino al raggiungimento dell'età senile; ma insomma.. a quel punto probabilmente avrò altro a cui pensare, tipo l'attesa impaziente della morte.

Ho parecchi dubbi sul fatto che arriverò mai alla senilità.
Quindi spero non m'inculi l'Alzheimer in età precoce.

Non ho buttato quasi nessuno dei disegni che i bimbi mi hanno regalato durante la mia permanenza qui.
Quelli faccio fatica, e non voglio.
Preferisco tenere i disegni che un paio di scarpe, o dei dvd che non riguarderò mai, o un libro bello ma facilmente riacquistabile.
Le mie colleghe mi hanno regalato una mini-scodella in porcellana blu, piccoletta ma pesante come lo scroto di un elefante.
Non ho ben capito la funzionalità dell'oggetto -che da ora in poi sarà "La Cosa"- in questione:
1) È PESANTE. Sanno che sto imballando e mi sto sbattendo con lo spedire roba: come cazzo fanno solo a pensare che possa farmi piacere ricevere un'ulteriore incudine da aggiungere alle mie valigie?!
2) Non è un posacenere: non c'è l'arrotondamento tipico per appoggiare le sigarette sul bordo che tutti i posaceneri hanno.. Ma forse essendo prodotto da un tizio lodato per le sue supermegafiche creazioni in ceramica, non escludo che si sia preso una "licenza poetica" allo scopo di rendere il suo fantomatico posacenere tutto tranne che funzionale.
3) Le dimensioni sono troppo ridotte per dar da pensare a una micro-pirofila: anche Memole sarebbe capace di perderla dentro il suo forno.
Cazzo ci vuoi fare? Una fetta di patata gratinata?! NO...
Conoscessi una modella anoressica potrei regare La Cosa a lei, ma dubito altamente che riuscirebbe a sollevarla senza l'aiuto di una gru.
Tra i colleghi si è già sparsa la voce che La Cosa sia stata trasportata con l'aiuto di un tir dalla boutique all'asilo.
L'unico utilizzo efficace che potrebbe avere La Cosa sarebbe quello di arma letale.
Un colpo solo dato in testa -e neanche ben assestato- aprirebbe in quattro il cranio della vittima designata.
Ma ancora: non sono così assetata di sangue.. O dalla voglia di dare una funzione a questo oggetto ignobile e indegno di essere materia palpabile.
La sua esistenza è ancora più inutile di quella della religione.
Inutile, come lo star qui a riflettere oltre sull'argomento.
Verrà abbandonata qui, e il suo ricordo verrà cancellato dalla mia mente.
Vivrà su questa pagina; In internet, come tutte le cose le quali non vale la pena imprimere sulla carta, troppo preziosa e nobile.
Sarà per questo che non scrivo usando papiro e penna?
Ci penserò su.
Un altro giorno.
Intanto torno alle mie mansioni

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