mandag 30. juni 2008

Felicità a momenti e futuro incerto

"Una mattina mi son svegliata e ho trovato l'invasor"
Questa la frase che mi è venuta in mente poco fa quando entrando in bagno per scaricare l'urina immaganizzata durante la notte, sono stata accolta da uno stronzo di dimensioni epiche "abbandonato" nel water dal mio coinquilino.
Poco male, la cosa mi ha fatto ridere.
Ho deciso di non prendermela più per le piccole cose, almeno non durante questo periodo già abbondantemente ricco di pensieri, timori, sbattimenti e quant'altro.
Vorrei dire di essere serena, ma evidentemente non lo sono se pur libera da impegni lavorativi riesco a dormire poche ore e alzarmi presto.
Però sono contenta.
Quello sì. Vedo una luce alla fine del tunnel.
Ieri ho messo quasi tutti i tre anni di vita qui in due pacchi di cartone dell'ikea e li ho spediti in Italia. Spero non vadano persi.
Ho un'amica italiana qui a Bergen, pure lei in procinto di tornare giù.
Anche lei aveva dei cartoni da spedire: CINQUE. (Più un altro che manderà il giorno prima della partenza).
Abbiamo messo i sette mostruosi pacchi nella sua macchina e abbiamo parcheggiato di fronte all'ufficio postale.
Mentre lei metteva lo scotch sull'ultima scatola, io ho iniziato a caricare e portare dentro le altre.
Ho notato l'espressione dell'addetto allo sportello cambiare repentinamente man mano che i pacchi aumentavano.. Dall'indifferenza allo stupore, dall'incredulità al terrore puro: forse temeva lo murassi vivo; Ma più probabilmente aveva paura di dover lavorare cinque minuti dopo l'orario di chiusura, le 17.00
Qui in Norvegia sono puntualissimi, specialmente quando si tratta di chiudere, andare a casa, smettere di lavorare. Come biasimarli? Non si vive certo per sgobbare.
Conclusa la spedizione decidiamo di andare a prenderci un bicchiere di vino all'aperto, sul fiordo.
Ordiniamo, beviamo, spariamo quattro cazzate.. Decidiamo di prenderne un altro anche se lei deve guidare.
Appena fatto il primo sorso dal secondo bicchiere la mia amica ricorda di dover assolutamente recarsi in un negozio prima della chiusura. Deve mettersi in macchina e non ha tempo per smaltire l'ebrezza alcolica.
Prende il contenuto del suo bicchiere e lo rovescia nel mio. Faccio finta di dispiacermi e cerco di bere in fretta perchè ci rimangono dieci minuti contati prima di dover andare.
Non ci riesco: son già del gatto.
Conclusione, mi porto via il bicchiere col restante vino.
Nessun senso di colpa, il vino costava dieci euro a bicchiere quando ne vale sei la bottiglia comprata all'esselunga.
Alle 19.00 son già ubriaca come una merda, ma di certo non mi lamento: adoro galleggiare nel torpore dato dall'alcol.
Peccato duri poco.

È appena iniziata una nuova giornata, spero di riuscire ad assolvere i restanti impegni: ci sono cose che neanche io ho più voglia di rimandare.
Vanno fatte e subito: ce la farò?
Lo scopriremo nella prossima puntata.

...to be continued...