mandag 11. august 2008

A.A.A. Sbronza cercasi

Temo mi sia tornata l’ispirazione.
Sarà bene o male? Tendo a vederlo come un fattore positivo.
Scrivere è una fantastica valvola di sfogo:
A volte si possono sfogare i sentimenti più tristi attraverso il racconto di aneddoti divertenti.
Chissà come mai raramente capita il contrario..

Tanto per intenderci: non sono triste.
Forse ogni tanto.
Malinconica direi.
Cosa mi manca? Beh, questo certamente non verrò mai a dirvelo.

Sono arrivata in Sicilia da un giorno. A Trapani per l’esattezza, dai nonni paterni.
Sto bene qui, c’è pace, e mi fa tanto piacere rivedere i parenti (soprattutto il mitico nonnino il quale io reputo essere una delle persone più intelligenti e incomprese che io abbia mai conosciuto.. Ecco da chi ho ereditato il cervello!!! E no: non sto facendo una battuta, ma una constatazione.. Stronzi!)

Bando alla modestia.
In un giorno son stata al mare (quanto mi mancava!) e ho avuto tre orgasmi gastronomici. Proprio ispirata da quest’ultimi, a un tratto decido che forse sarebbe ora di avere anche un orgasmo sessuale.

Preferibilmente non dovuto a ditalini.

Cerco via sms un tipo bellissimo che qualche tempo fa mi aveva fatto capire chiaramente che si candidava per la posizione di “Se-hai-bisogno-di-pene-eccomi-qui”
Inizia lo scambio di sms ma a un certo punto leggo una sua frase e rimango agghiacciata:
“…Sì, è qui’..”
?!?
Riguardo.. Forse ho letto male io..
“…Sì, è qui’..”
No.. Ha scritto proprio così: QUì’

QUì’


“I” accentata nonché apostrofata.

“Eliana” –mi son detta- “Ok, è figo.. Ma vuoi davvero fartelo infilare da uno che probabilmente a scuola si faceva suggerire addirittura come scrivere il proprio nome”?!
Il mio cervello ancora non si era messo in moto che già l’aridità desertica della mia passera aveva dato la sua risposta: un “NO” secco, categorico.
Neanche le migliori intenzioni di vaccheggiamento possono nulla quando Miss Vagiaina mette il veto.

So di suonare un tantino saccente.
Ma cazzo! Non mi pare di avere grosse pretese.
Anzi, di solito non ne ho mai: mi basta non uscire con un troglodita totale.
Che male c’è a pretendere che una persona non sia ignorante quanto un attaccapanni?
C’è chi li vuole belli, ricchi epporcoddì.
A me non interessa l’aspetto.
Ma il cervello sì.
Quello è indispensabile.
A volte temo che se cercassi il figo sarebbe tutto più semplice, ma coi “SE” non si va da una cazzo di parte.
Così sono e non posso -né voglio- cambiarmi.
Chi mi ama mi segua, gli altri se ne vadano affarenelculo.

Scusate lo sfogo, a volte è inevitabile.

Tornando ad argomenti più frivoli..
Stamattina volevo andare al mare ma poi i miei sono andati a fare un giro in città e quando sono tornati avevano con loro un’enorme borsa di plastica piena di ricci di mare pronti per essere tagliati e mangiati.
“Cazzo ho appena bevuto il caffè non possiamo mangiarli dopo? E poi non si doveva andare al mare”?
“Ma dai, ora ci mangiamo i ricci, poi pranziamo sul presto e si va al mare”
“Uff! -à evito le bestemmie in presenza dei parenti siculi”
Morale son qui a scrivere e loro si stanno abbuffando di ricci.
I miei li mangerò a pranzo.
Son qui da poco più di un giorno e già vorrei essere anoressica.
Mangiamo sempre, tutto il tempo.
Colazione, seconda colazione, pranzo, merenda, cena, spuntino serale.
Nessuno di questi pasti si può definire modesto, neanche la merenda.
Ieri la seconda colazione (alle 10:30) era costituita dal “Panino cunzato”.
Ottimo per carità, l’adoro, ma certamente non è leggero.
Pane siculo farcito con olio d’oliva, pecorino, basilico, sale, pepe, pomodori e sarde salate.
Io mi son limitata a mangiare quello, gli altri hanno continuato con frutta, verdura, pane, e chi più ne ha più ne metta.
Dopo poco più di due ore il pranzo! Pasta “cu à tunnina” (una parte specifica del tonno, non saprei dire quale) poi pesce fritto, melanzane fritte, frutta, verdura cazzi e mazzi… BASTAAAAAA!!!!!
Quando non mangiamo, si passa il tempo a parlare di cibo, o di cosa mangeremo dopo. Si cambia argomento solo quando si prepara DA MANGIARE! Esempio: stamattina io e mia zia si sbucciava gamberetti mentre mia nonna faceva non so che cazzo con dei fichi d’india e mia madre tagliava ricci.
Cristo iddio!

Stasera mi raggiungerà un’amica da Milano, Hilary.
Ho già avvisato i miei parenti di non abbuffarla come un tacchino e ho avvisato lei di non farsi problemi a dir di no quando le offrono da mangiare.. Anche prima che si arrivi alla terza porzione di cuscus!

Fantastico: mio padre ha appena convinto mio fratello a fare un giro con lui in campagna per andare a MANGIARE un fico appena colto dall’albero.
No comment.

Bene, ho appena notato che disprezzo l’attaccamento morboso al cibo dei miei parenti, ma anche io son qui a parlarne.
Quindi mi stacco e vado a fumare una sigaretta.

A presto? Vedremo.

tirsdag 5. august 2008

A volte ritornano

Ed eccomi di nuovo qui, dopo un mese di assenza.

Non mi dilungherò molto su quello che ho fatto al posto di aggiornare il blog;

Sono uscita quasi tutte le sere, fatto tardissimo, bevuto, vomitato, riso, pasta etc..

Di chicche da raccontare ne ho vissute parecchie, ma la voglia e l'ispirazione a volte semplicemente sono introvabili.

Magari hanno deciso di andare in vacanza prima di me.

Ad ogni modo, oggi sono qui;



L'altro ieri sera sono tornata dopo una settimana in Germania.

L'evento che ci ha portato in terra teutonica era il W:O:A, ovvero Wacken open air, un festival (rock/metal) di tre giorni che si svolge per l'appunto a Wacken, nel nord della Germania.
Son stata un paio di giorni ad Amburgo con quattro amici e poi abbiam raggiunto il resto della combriccola (altri tre disagiati venuti in macchina dall'italia) direttamente sul luogo designato per la minivacanza all'insegna della distruzione psico/fisica.
Siamo arrivati al campeggio un paio di giorni prima che cominciasse il festival vero e proprio.
Ci siam distrutti talmente tanto di birra, e abbiam dormito talmente poco che il primo giorno dei concerti il pensiero che ha sfiorato la mente di quasi tutti appena usciti dalla tenda è stato lo stesso: "cazzo mancano ancora tre giorni"?!
Non che non ci si sia divertiti alla grande, ma il W:O:A è tanto fantastico quanto devastante.

(pausa, mia zia mi ordina di andare a bere il coffee...)

Gli aneddoti da raccontare raccolti in una settimana a Wacken potrebbero riempire un tomo da far invidia a un dizionario della Garzanti.
Peccato io non abbia voglia di sobbarcarmi della responsabilità di tale sbattimento.
Inoltre son convinta che le scene più divertenti perdano totalmente la loro ilarità quando riportate in forma scritta.
Risultato, il fatto di raccontare che i miei amici siano andati in giro con parrucca e tette finte per tutto il campeggio riesce a far sorridere, ma di certo non a regalare le grasse risate che ha donato a chi ha avuto la fortuna di assistere in prima persona a cotanta demenza.

Le sfighe sì, quelle stranamente son sempre ben accette ed esilaranti anche per iscritto; Quindi ecco a voi un micro elenco di alcune perle di jella che mi son accadute in vacanza (non può MAI andare liscio al 100%, soprattutto alla sottoscritta).

1) La nausea mi ha devastato il secondo giorno ad Amburgo

2) La diarrea invece mi si è attaccata addosso tipo parassita dall'inizio alla fine della settimana

3) Le mestruazioni in ritardo di quasi tre settimane hanno deciso di arrivare in piena vacanza (chi non sogna di avere a che fare col cambio degli assorbenti interni nei nauseabondi cessi chimici?)

4) Tedeschi (e macrocefali provenienti da altre parti d'Europa) mi hanno infastidita qualche volta chiedendomi nei modi più stravaganti di mostrargli le pere (stravaganti sì, ma rozzi abbastanza da farmi passare anche l'idea di fargli vedere le zinne mossa dalla compassione)

Credo di aver elencato le sfighe maggiori, che comunque non hanno impedito alla mia vacanza di diventare una delle più belle esperienze che io abbia mai fatto.
Esperienza che sicuramente ripeterò l'anno prossimo con le stesse splendide persone.

Per oggi il mio aggiornamento finisce qui.

Ho altro da fare, tipo fumare una sigaretta dopo il caffè che ho preso cinque minuti fa.

mandag 7. juli 2008

Romanticismo e Tragedia

Negli ultimi giorni son stata troppo impegnata a distruggere il fegato per aver tempo di aggiornare il blog.
Sabato era il compleanno di mio padre, quindi siamo andati a cena fuori: io, mio fratello e i "vecchi".
Ordino mezzo litro di vino che ovviamente mi scolo quasi tutto da sola prima che ci portino da mangiare.
Risultato: marcia come un cavallo.
I miei a volte faticano a trattenere il disgusto che provano nel vedermi bere quantità per loro improponibili di alcol in tempi fin troppo brevi.
Non bevo poi così tanto e in fretta, ma capisco se una persona che non lo fa mai mi trova ripugnante quando mi vede in azione.
La serata è andata piuttosto bene: abbiamo parlato, mangiato benissimo e ci siam dilettati nel prendere per il culo mio fratello.
La chicca della serata quando mio padre ha rivelato con malcelato orrore di quella volta che mio fratello ubriaco gli ha vomitato nella tasca della portiera della macchina.
Forse il cameriere non è stato contento di trovare l'amaro che ci aveva offerto sputato nel mio tovagliolo, ma tant'è..
Ovviamente il delirio è durato per tutta la notte: dopo cena ho incontrato i miei amici e rivisto mille persone.
Alle 7:35 quando sono tornata mio padre si era appena svegliato: "Buongiorno".. - "Buonanotte"..
Le care, vecchie abitudini.

Un altro ragazzo dividerà con il mio oramai ex-coinquilino il vecchio appartamento nel quale ho vissuto fino a Venerdì.
Non ricordo il nome, c'ho parlato poche volte, ma mi pare una brava persona.
E' di Madrid e lavorerà a Bergen tutta l'estate.
Sono riuscita a fare una figura di merda clamorosa anche con lui.
A DISTANZA.
Dovrebbero darmi una medaglia.
Non mi dilungherò molto in particolari futili, semplicemente ho dimenticato il mio bellissimo vibratore usato sul letto.
Che ora sarà il suo letto.
Letto con sorpresa.
Non oso immaginare l'espressione del povero ragazzo in seguito alla scoperta dell'appariscente arnese fucsia e rosso munito di stimolatore vaginale a sei velocità.
Sigh
Mi viene da piangere.
Come farò a vivere senza? C'ero tanto affezionata, c'eravamo tanto "amati"!
Lo so che si può ricomprare dio cane, ma io voglio quello!!!
Implorerò il mio amico di riportarmelo, hehe..

A parte queste corbellerie, la mia vita scorre serenamente.
In armonia.
Fin troppo.
Quasi troppo felice nel mio torpore.
Arriverà una tempesta all'improvviso?
Bah..
Chissà che non porti con sè anche un po' di ispirazione: ultimamente ne abbisogno.

Detto questo vi mando a cagare in simpatia,
a presto?
Vedremo.

fredag 4. juli 2008

Cominciamo bene..

Eccomi finalmente in patria, a casa dei miei.
Viaggio andato bene, aerei puntuali, le mie valigie non sono state smarrite, credo di non aver dimenticato nulla a Bergen.
Fa caldo ma non troppo: stanotte si dorme alla grande, yes!
Mi chiedono tutti come ci si senta al pensiero di essersi stabiliti a Milano DEFINITIVAMENTE.
Non saprei che rispondere; Ho desiderato a lungo tornare e ora sono qui, ma insomma: son tre anni che vengo in vacanza a Luglio.
Realizzerò di più tra un mese, quando non ci sarà nessun aereo prenotato per riportarmi (o deportarmi) in Norvegia.

Tutte le volte che ho abbandonato una nazione, l'ho fatto col sole.
C'era il sole a Londra, a Stoccolma e oggi a Bergen: 30 gradi (fatto più unico che raro)
Le strade gremivano di Norvegesi in preda ad allucinazioni e miraggi dati dal caldo torrido, qualcuno strisciava implorando di riempirgli la borraccia.
All'aereoporto in fila al check in ho notato intere famigliole di mozzarelle già scottate dal sole nordico attendere l'imbarco su aerei per il Sud Europa (Spagna e Grecia le mete più ambite):
Auguri e scottatevi tanto.
Masochismo o suicidio collettivo?
Un ragazzetto in particolare ha attratto la mia attenzione accendendo in me un senso di nausea che poche altre volte ho provato (tipo quando si entra nel cesso del burger king):
La pelle del piccolo fermento lattico brufoloso era devastata da chiazze e bolle rosse; La povera creatura era talmente ripugnante alla vista che ho messo in dubbio si fosse scottatoal sole: più facile pensare sia stato infilato per sbaglio nel microonde da una mamma distratta.

Non mi sento molto ispirata stasera, non so cosa scrivere, probabilmente devo abituarmi alla nuova postazione.

Ok vado, a casa è appena successo il delirio.

torsdag 3. juli 2008

Desert places

Mi son finalmente liberata di tutte le dita in culo o quasi (chi ha letto gli altri post sa a cosa mi riferisco).
Almeno dell'essenziale.
Rimangono solo i bagagli, ma è da me farli due ore prima di andar via.
L'aereo è domani alle 17:30, uscirò di casa alle 14:30 giusto per prendermela comoda, quindi inizierò a preparare la valigia alle 11:00.
Va ancora tutto secondo i piani.
Oggi ho mangiato una misera porzione di gelato alla merda (sulla confezione c'era scritto "al cioccolato", ma della cioccolata aveva solo le tonalità) quindi ora per sopperire alla fame che imperversa ormai da diverse ore ho messo un'ottima pizza surgelata nel forno.
Non scherzo sull'ottima: mi piace davvero, parecchio.
Gesù s'è fatto "the last supper", io mi faccio "the last pizza".
Anche se spero di non crepare domani, non in un disastro aereo, men che meno crocifissa.

Il "Furby" del mio amico ha deciso di partire portando con sè il MIO caricatore del cellulare.
This means: il mio telefonino è quasi scarico e senza caricabatteria.
Dato che pure il mio senso pratico ha chiuso per ferie, non sono riuscita a usufruirne per arrivare alla soluzione del problema che un mio amico molto misericordiosamente mi ha suggerito: "visto che hai un nokia come quasi tutti: andare da un vicino e farti prestare un caricabatteria, no"?
VERO.
Le porte della conoscenza mi si sono aperte di colpo.
Vado in giro per il mio pianerottolo e suono i campanelli: pare tutti siano in ferie o assenti. Non escludo qualcuno faccia finta di non esserci: è anche una mia abitudine nove volte su dieci.
Nulla.
Vado al piano di sopra: due non rispondono, altri due sì ma non hanno il caricatore che mi serve.
Al quinto tentativo apre una vecchiaccia chiattona che guardandomi circospetta appena sentita la mia richiesta mette in moto gli ingranaggi dell'inutile cervellino per inventare in fretta e furia una scusa plausibile per non accontentarmi.
Poi i miei occhi lucidi che invocano la sua pietà riescono ad addolcire anche il mio aspetto da scaricatrice di porto e a rendere meno minacciosi i miei tatuaggi.
La vecchia løgia decide di fidarsi.
Mi da il caricatore a patto che glielo restituisca entro un'ora perchè poi ne ha bisogno lei.
Ok, mi sta bene, meglio di nulla. (Grazie stronza).

Nel pomeriggio mi sono imbattuta in un conoscente spagnolo che nonostante i sessantacinque due di picche che gli ho tirato da quando ci conosciamo, non ha abbandonato la speranza di riuscire a infilarmelo in qualche modo.
A volte vorrei rispondergli "non te la darò mai porco dio, lo capisci o no"?! Solo che son troppo buona, ed è già umiliante ricevere un due di picche senza bisogno di rincarare la dose.
Lo spagnolo in questione capisce molto bene l'italiano e diciamo che lo parla anche dignitosamente.
A volte però conia nuovi termini divertenti, che io ovviamente non mi curo di correggere: CAZZI SUOI.
Tra le chicche di oggi ho potuto catalogare "Stupidezza" (Stupidata); Tendita (Piccola tenda da campeggio); Cagna (Canna da pesca, che detta in spagnolo -caña- è sicuramente esatta, ma faccio fatica a immaginarmi lui che tenta di far abboccare un hallibut tenendo per la coda un dog de bourdeaux); Porro (Canna, questa volta intesa come joint)
Per quanto riguarda l'ultima, oscena parola, sono a conoscenza del fatto che è stata adottata anche in terra italica e la cosa non mi stupisce: quando si tratta di scimmiottare le peggio troiate siamo sempre in prima fila: "Ci fumiamo un porro"? - "No guarda, io preferisco un gambo di sedano se c'è".
"No, ma intendevo un PORRO" - "Ah, no grazie: le escrescenze cutanee non mi sballano molto".
Che obbrobrio.
Bbrrrr...

Nel complesso la definirei una bella giornatina dimmerda.
Unica parentesi di splendore, i versi a seguire:

They cannot scare me with their empty spaces
Between stars--on stars where no human race is.
I have it in me so much nearer home
To scare myself with my own desert places.

Null'altro da aggiungere.

onsdag 2. juli 2008

Filthy little whore

Stamattina mi son svegliata serena dopo essermi crogiolata nel sonno dei giusti per almeno otto ore e mezza.
In bagno non ho trovato nessuno stronzo mannaro pronto a mangiarmi.
Ho bevuto il mio caffè e subito giù con le duemila solite faccende pre-partenza, divenute ormai un supplizio.
Mi sto chiedendo se quando sarò libera da tutti gli obblighi questi improvvisamente non inizieranno a mancarmi. Un po' come una sindrome di Stoccolma sviluppata nei confronti del mio aguzzino (in questo caso la burocrazia).
Ma no, col cazzo!
Non vedo l'ora di liberarmene, punto.
Oramai son già proiettata in Italia, col corpo e con la mente.
I miei obiettivi in patria son diversi e potrei stilarne una lista:

1) Prendere una dose massiccia di pene. Per svariati motivi qui in Scandinavia la mia sessualità è andata, per dirlo in parole povere, a puttane. Non trovo sexy il nordico a priori (dopo anni qui mi ha stufato) men che meno trovo sexy il fatto che tenti di rimorchiarmi dopo essersi scolato due bottiglie di Jack Daniel's e aver mangiato "aglio, olio e peperoncino" (senza la pasta) e.. ah, neanche ricevere sputazzate in faccia risulta molto invitante la prima volta che si parla con una persona che aspira a diventare il tuo trombamico. O pure solo a "buttartelo" per una notte.
no no
Sono scialbi e le loro battute divertenti quanto la coda alla cassa al supermercato di Sabato pomeriggio.
Ci saranno pure delle eccezioni, ma ne ho incontrate troppo poche per saziare la mia libido come si deve.
Per lunghi periodi le uniche trombate che mi son capitate son state quelle durante le vacanze in patria, tanto da farmi sentire che IO sto all'ITALIA quando il PERVERTITO SESSANTENNE sta alla THAILANDIA.
Non va bene.
Punto a loro favore: ne ho provati pochi, ma a letto nessuno di loro è mai sceso sotto la quota del 7+.

2) Dormire la media di dieci ore a notte/giorno (dipende da che ora andrò a letto: se son le 10 di mattina col cazzo che mi sveglio all'una, tanto per intenderci)

3) Tornare a mangiare roba più o meno sana, almeno otto volte su dieci e non due su venti come faccio ora.

4) Tornare a mangiare quando ho fame, e non quando sono nervosa o non ho un cazzo di meglio da fare. Chissà che non riesca a buttare giù giusto quei quattro, cinque kg che mi distanziano dal peso forma?

5) Spaccarmi con tutti i miei amici (quest'obiettivo si può già considerare portato a termine)

6) Godermi due mesi d'estate alternando momenti di relax a puro devasto, dopodichè iniziare a cercare lavoro e possibilmente trovarlo subito.

7) Il lavoro non deve far schifo e soprattutto non vorrei essere pagata in talleri (su questo ultimo punto ho seri dubbi sulla riuscita dell'intento, ma vabbè..)

8) PORCO DIO, che ci sta sempre bene.

Vediamo quanti di questi "fioretti" verranno portati a termine con successo.
Io sono ottimista.
Non è sempre un difetto.

A questo punto passo e chiudo: vado a insultare un amico che si sta impegnando a rompermi le palle su messenger.

Morite

mandag 30. juni 2008

Felicità a momenti e futuro incerto

"Una mattina mi son svegliata e ho trovato l'invasor"
Questa la frase che mi è venuta in mente poco fa quando entrando in bagno per scaricare l'urina immaganizzata durante la notte, sono stata accolta da uno stronzo di dimensioni epiche "abbandonato" nel water dal mio coinquilino.
Poco male, la cosa mi ha fatto ridere.
Ho deciso di non prendermela più per le piccole cose, almeno non durante questo periodo già abbondantemente ricco di pensieri, timori, sbattimenti e quant'altro.
Vorrei dire di essere serena, ma evidentemente non lo sono se pur libera da impegni lavorativi riesco a dormire poche ore e alzarmi presto.
Però sono contenta.
Quello sì. Vedo una luce alla fine del tunnel.
Ieri ho messo quasi tutti i tre anni di vita qui in due pacchi di cartone dell'ikea e li ho spediti in Italia. Spero non vadano persi.
Ho un'amica italiana qui a Bergen, pure lei in procinto di tornare giù.
Anche lei aveva dei cartoni da spedire: CINQUE. (Più un altro che manderà il giorno prima della partenza).
Abbiamo messo i sette mostruosi pacchi nella sua macchina e abbiamo parcheggiato di fronte all'ufficio postale.
Mentre lei metteva lo scotch sull'ultima scatola, io ho iniziato a caricare e portare dentro le altre.
Ho notato l'espressione dell'addetto allo sportello cambiare repentinamente man mano che i pacchi aumentavano.. Dall'indifferenza allo stupore, dall'incredulità al terrore puro: forse temeva lo murassi vivo; Ma più probabilmente aveva paura di dover lavorare cinque minuti dopo l'orario di chiusura, le 17.00
Qui in Norvegia sono puntualissimi, specialmente quando si tratta di chiudere, andare a casa, smettere di lavorare. Come biasimarli? Non si vive certo per sgobbare.
Conclusa la spedizione decidiamo di andare a prenderci un bicchiere di vino all'aperto, sul fiordo.
Ordiniamo, beviamo, spariamo quattro cazzate.. Decidiamo di prenderne un altro anche se lei deve guidare.
Appena fatto il primo sorso dal secondo bicchiere la mia amica ricorda di dover assolutamente recarsi in un negozio prima della chiusura. Deve mettersi in macchina e non ha tempo per smaltire l'ebrezza alcolica.
Prende il contenuto del suo bicchiere e lo rovescia nel mio. Faccio finta di dispiacermi e cerco di bere in fretta perchè ci rimangono dieci minuti contati prima di dover andare.
Non ci riesco: son già del gatto.
Conclusione, mi porto via il bicchiere col restante vino.
Nessun senso di colpa, il vino costava dieci euro a bicchiere quando ne vale sei la bottiglia comprata all'esselunga.
Alle 19.00 son già ubriaca come una merda, ma di certo non mi lamento: adoro galleggiare nel torpore dato dall'alcol.
Peccato duri poco.

È appena iniziata una nuova giornata, spero di riuscire ad assolvere i restanti impegni: ci sono cose che neanche io ho più voglia di rimandare.
Vanno fatte e subito: ce la farò?
Lo scopriremo nella prossima puntata.

...to be continued...